Sarà stata la pioggia,
Sarà stato il vento,
Ma lei sentiva il gelo della tempesta invaderle il cuore,
invaderle l’anima.
Sarà stata la pioggia,
Sarà stato il vento,
Ma quella sera scura nulla aveva più senso.
Il coraggio cadde nel vuoto
suicida per disperazione,
e la paura fece con lei l’amore:
la soggiogò,
la possedette,
entrò in lei senza rispetto;
le tocco brutalmente l’anima,
stuprò le sue speranze
abbandonandola nuda,
senza difese,
su di un letto appena cambiato.
Il suo dolore imbrattò le lenzuola fresche
ancora profumate,
lasciando una traccia indelebile.
La stanza osservava corrucciata l’ospite che serviva,
l’osservava piangere,
la osservava subire.
La guardava mentre cercava di respirare fra le lacrime
E la vide morire.
La vide spegnersi giorno dopo giorno,
perchè quel mostro aveva lasciato un vuoto in lei,
ormai incolmabile.
Il vento soffia più forte,
la pioggia batte violenta,
l’anima abbandona quel corpo straziato e vaga nel tempo.
Salta come fata di fiore in fiore,
sbirciando in un futuro che mai verrà;
Vede un sentiero vergine,
lo percorre senza lasciare orme e vede
amicizie,
amori,
fallimenti,
conquiste,
vede una vita grandiosa nella sua semplicità,
vede un futuro radioso.
Un grido, rabbioso, disperato, proveniente dalla terra;
torna spaventata in quel corpo percosso che non vuole sapere,
non vuole vedere al di là del tempo presente.
Il vento soffia, bufera di morte circonda la donna
uccisa
senza speranze.
La pioggia bagna la terra, la annega come fosse il pianto di un Dio
impotente.
E la donna osserva la luna che nonostante tutto splende ancora,
è livida, come stesse combattendo con quelle nuvole scure;
per continuare ad illuminarle il viso.
Continua a lottare per rendere quella notte morta un luogo di vita,
continua a lottare perchè crede che il ciclo infinito della vita
ripartirà ancora, crede che il domani sarà migliore.
E la luna tramonta stremata,
scivola nell’orizzonte che la accoglie sereno
e guarda un’ultima volta la donna piangente alla finestra.
Dimmi, dimmi Signore perchè,
perchè cancelli così le mie speranze,
perchè non mi è dato realizzare i miei sogni?
Io avrei amato il mio compagno,
io avrei giocato con la vita come due amiche di vecchia data,
io avrei studiato per avere la conoscenza fra le mani e poter aiutare il prossimo.
Dimmi è forse sbagliato?
Io credevo di avere l’infinito davanti a me,
di poter viaggiare nel mondo, nel tempo,
credevo nei sogni che mi illuminavano l’anima e credevo
credevo di essere pronta a salpare,
appena sbocciata tu già hai deciso di recidermi dal tuo giardino.
Io avevo un sogno,
io credevo nella vita.
Mi dicono che sbaglio,
mi dicono che è sbagliato sperare,
che non basta credere, che bisogna agire.
Parole ossessive scorrono come coltelli sulla pelle
raccontano di un lavoro che assorbe l’anima,
raccontano che non è maturo credere di poter essere felici
con poco.
Lavoro, corse all’oro, freddo, emozioni impiccate
nell’indifferenza di un mondo che al futuro
non ci guarda più.
Rabbia, disattenzioni, lacrime di bambino bagnano
il cuore infecondo di una madre lontana.
Solitudine, comunicazione interrotta
freddi, vuoti schermi.
Dimmi Signore
e a questo che dovevo credere per vivere?
Non puoi chiedermi questo, perchè allora sono io a chiederti
uccidimi,
lasciami libera di raggiungere l’infinito del tempo,
lasciami libera di sfiorare le corolle dei più bei fiori ambrati,
lasciami libera di sfiorare le genti di ogni parte del mondo,
lasciami libera di toccare il trascendente.
Sento la morte stringermi il costato,
manca il respiro,
arriva la fine.
E guardo l’alba levarsi al cielo,
e guardo il mondo sbocciare mentre io appassisco,
allora capisco, mentre il sole mi scalda il viso.
Io sarò aria, e profumo di biscotti,
io sarò risa di vita, e il dondolare di altalena.
Non smetterò di credere nella dolcezza dell’acqua più pura,
non smetterò di credere nel futuro, anche se non verrà;
non smetterò mai di credere perchè sarà la speranza,
stretta al mio petto come il più prezioso gioiello,
a permettermi di vivere ancora al di là di questo mondo.
Io continuerò a leggere la gente Signore,
io continuerò a ridere vedendo la vita che sorprende i miei cari,
io, Signore mio, continuerò a credere in te
perchè capisco che forse mi hai salvata,
che un’altra dimora mi aspetta.
Continuerò a camminare e percorrerò quel vergine sentiero
nei ricordi dei miei cari,
nella forza della natura,
e aiuterò il prossimo con l’aiuto della cara luna,
illuminando con lei i visi di altri giovani,
salvando del buio le loro speranze,
aiutandoli a credere nell’anima del mondo.